Senza entrare nelle odierne polemiche comunali sull’eventuale conferimento di una cittadinanza onoraria postuma a Franco Zeffirelli…
… come presidente di questa Associazione mi piace ricordare la prima edizione del Premio per la Comunicazione LI OMINI BONI DESIDERANO SAPERE (2015), dedicato ai “grandi comunicatori”, perché nel parlare delle finalità del nuovo premio e dei “comunicatori” di Vinci ebbi l’onore di descrivere la figura di Franco Zeffirelli. Nell’occasione resi pubblica una lettera del 1949 da lui scritta all’allora sindaco di Vinci (prendendo spunto da un articolo di una nostra socia, Ilaria Morelli) nella quale – sollecitato dal padre Ottorino – proponeva alla nostra Amministrazione un vero e proprio progetto per lo sviluppo turistico di Vinci, paese della sua famiglia paterna. Molte di quelle idee e proposte – di fatto – si sono realizzate nei decenni successivi, compresa quella di portare delle opere di Leonardo nel Castello di Vinci (soltanto nel 1985 si ha tuttavia una prima mostra con la Raccolta leonardesca della Contessa de Béhague grazie a Carlo Pedretti, con il sindaco Bartolesi e il catalogo curato da Alessandro Vezzosi).
È forse il destino dei Corsi di Vinci di essere e di rimanere “incompresi” e un po’ “sognatori”.
Piace ricordare un altro aneddoto riportato da Uzielli e Signorini nel loro diario di viaggio del 1872, quando incontrando Antonio Corsi di Vinci, nipote di quel Michelangiolo Corsi che aveva sposato una ragazza della famiglia Vinci, sogghignavano dell’ambizione di questo signore “piccolo possidente” dallo spirito artistico, che sosteneva di essere discendente dei Da Vinci (circostanza riconfermata nel 2016 da Alessandro Vezzosi con il DNA di Leonardo) e che mostrava loro orgoglioso un quadro antico e, presente il Conte Masetti, state bene attenti, “un progetto di facciata di Teatro da erigersi in Vinci in onore di Leonardo“.
Lo spirito artistico emerge proprio nel ramo diretto di Gianfranco Corsi Zeffirelli, nella figura del nonno paterno Olinto, che per seguire la sua grande velleità artistica e soprattutto musicale, fonda a Vinci la Società Musicale Guido Monaco, dirige il corpo musicale in tutta la Toscana, con la soddisfazione di esibirsi a Montecatini Terme dinanzi a Giuseppe Verdi per meritarne le lodi. Non altrettanto quelle dei suoi familiari avendo in tale impresa musicale e artistica dissipato gran parte del patrimonio familiare, costringendo anche il figlio Ottorino, padre di Gianfranco, a emigrare a Firenze in cerca di maggiore fortuna.
Sui Corsi si potrebbero comunque scrivere altri aneddoti, grazie anche alla stessa “guida” di Zeffirelli, alle sue note e ricordi vinciaresi (seppure alcuni non volutamente evidenziati) contenute nell’autobiografia pubblicata prima negli Stati Uniti e, a distanza di molto tempo, nel 2006 in Italia.
Tornando ai nostri Omini Boni del novembre 2015 (con Marco Hagge, Giulio Fiorini e altri giornalisti), con il patrocinio del Comune di Vinci, la notizia delle origini vinciaresi di Gianfranco Corsi confermata dall’inedito scritto del 1949 rimbalzò di nuovo dalle cronache locali a quelle nazionali (come evidenzia questo post di Paolo Santini). Zeffirelli del resto lo aveva già scritto nella sua prima autobiografia del 1986, quindi non temevamo smentite.
Per tali motivi, nel 2017, c’è stata la consegna del Premio Li Omini Boni direttamente a Franco Zeffirelli (già ammalato) tramite la sua fondazione, sottolineando questo bellissimo gesto in favore della sua città natale, dopo che il sindaco Renzi gli aveva riconsegnato il Fiorino d’oro.
Sul palco del Teatro di Vinci a fare gli onori vinciani al rappresentante della Fondazione Zeffirelli c’erano il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani, il Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli, l’assessore alla cultura del Comune, la presidente della Pro Loco Vinci.
Nel nostro piccolo, l’Associazione Vinci nel Cuore. Li omini boni desiderano sapere, oggi Organizzazione Di Volontariato (ODV) del settore culturale, è contenta e soddisfatta di avere pienamente adempiuto a una delle sue principali finalità, di essere riuscita a mantenere viva una memoria collettiva che è diventata Storia, a tutti gli effetti, con i riscontri biografici, gli articoli e ulteriori aneddoti sulla famiglia Corsi “vinciarese”, come il Maestro Zeffirelli cordialmente sottolinea secondo l’antica denominazione degli abitanti, a conferma di una forte tradizione familiare.
Stupiscono quindi le odierne discussioni e interpellanze comunali sul modo e sulla forma di come ricordare questo Corsi d’origine vinciarese, come se tra cultura e la politica vi fossero due livelli distinti, due mondi paralleli e autonomi.
Se si vuole ricordare e dedicare qualcosa a Franco Zeffirelli ci vuole innanzitutto una volontà generale e il consenso popolare (che nel passato forse non c’è stato, senza alcun complesso di colpa o di vergogna) e se del caso, a questo punto, maturata una nuova sensibilità e presa di coscienza, ci vuole qualcosa di veramente importante del nostro paese. Tra le righe di questo post forse ci potrebbe essere già una proposta concreta, che lasciamo ai lettori e soprattutto a chi eventualmente compete la scelta.
Una cittadinanza postuma, ad avviso di chi scrive, non ha più alcun senso, è ormai scaduta (peraltro nel discorso di accettazione della cittadinanza onoraria di Vinci da parte del prof. Carlo Pedretti del 28 giugno 2008 lo stesso propose pubblicamente di conferire analoga onorificenza a Franco Zeffirelli). Credo inoltre che Zeffirelli non abbia bisogno di retrospettive cinematografiche vinciane. Ricordo che in occasione dell’assegnazione del Premio Li Omini Boni del 2017 la Fondazione Zeffirelli ci mandò un bellissimo video proiettato durante la cerimonia conclusiva e che conserviamo gelosamente nei nostri archivi.
Se si vuole veramente ricordarlo nel paese della famiglia paterna ci vuole un “nodo”, un vero “nodo vinciano”, qualcosa che lo leghi in modo indissolubile alla nostra storia e tradizione artistica, per quella che è, nel bene e nel male, senza più acredine politica (Zeffirelli è stato senatore di Forza Italia dal 1994 al 2001 e da sempre esponente della componente cattolica liberale del nostro paese); ricordarlo soprattutto per le opere e i meriti artistici che lo hanno fatto conoscere e apprezzare nel mondo e, mi auguro e spero, rimarranno a sua imperitura memoria.
Per noi dell’Associazione Vinci nel Cuore, scusateci, resterà il Franco “vinciarese” ormai degnamente assiso tra gli Omini Boni di leonardesca memoria.
Nicola Baronti
Presidente dell’associazione Vinci nel Cuore
Leggi anche...
-
Li omini boni tornano alle origini: l’edizione 2023 in Biblioteca Leonardiana
-
Li Omini Boni 2022, il premio visto da chi ha partecipato
-
Li Omini Boni 2022 a Francesca Mannocchi e alla Rondine Cittadella della Pace. Azzurra Giorgi è la Cronista Toscana
-
Li omini boni, il tema del 2021 è dedicato alla passione e al coraggio
-
‘Li omini boni’ 2021 al Teatro di Vinci. La nuova edizione ritorna alla normalità