Nicola Baronti, presidente di Vinci nel Cuore, presenta la serie ‘Il coronavirus raccontato dai Cronisti Toscani’.
A costo di apparire banale devo rivolgere un iniziale sincero ringraziamento ai Cronisti Toscani del premio vinciano intitolato al concittadino Leonardo Berni per il loro contributo a questa raccolta che consegniamo idealmente ai prossimi vincitori e, perché no, ai posteri vinciani.
Un grazie anche a Christian Santini che l’ha ideata e curata con grande passione e dedizione, secondo le finalità dello statuto del premio giornalistico vinciano che, con varie manifestazioni, ormai dura tutto l’anno, non soltanto nel momento conclusivo novembrino.
La nostra associazione è nata nel 2011 con l’intento di creare un archivio della gente. Nella ricerca e nella raccolta è stata fondamentale la cronaca per ricostruire gli eventi e le storie del paese spesso smarrite da una memoria distratta, anche dai nuovi, forse più intuitivi e altrettanti effimeri, mezzi di comunicazione. Con l’avvento d’internet, un enorme serbatoio d’informazioni, tutti noi ci siamo imbattuti in una molteplicità di post, commenti, didascalie a vecchie foto, di vario genere e contenuto, magari lanciati da giornalisti d’occasione, inconsapevoli incendiari di notizie e ricordi per la soddisfazione dell’approvazione (del like) dell’amico di turno. In questo gioco mediatico si rischia, anche inconsapevolmente, di cadere nel tremendo inganno di perdere il senso, o meglio, la direzione della storia. Lontani dalla celebre condanna di Benedetto Croce per cui la cronaca sarebbe una sorta di “cadavere” della storia, nella sua mera enunciazione di fatti, eventi e date sulle quali soltanto lo storiografo può dare e fare luce, la nostra appartenenza a una piccola comunità ci ha permesso di optare incondizionatamente per La Cronaca come flusso costante della storia. Per quel “giornalismo come scienza della quotidianità e del contingente” come l’ha definito Sergio Lepri, ultracentenario giornalista toscano (che peraltro, facendo la cronaca delle celebrazioni leonardiane del 1952 ha dedicato pagine bellissime alla gente di Vinci).
Ci ha spinto soprattutto la convinzione che l’evento, in qualsiasi epoca, debba essere letto e interpretato contestualizzandolo nel tempo, nel luogo, nella comunità di riferimento. Non è un meteorite occasionale, ma fa parte sempre di una costellazione di personaggi e di fatti. Dietro al semplice documento o alla pagina di cronaca del quotidiano si nascondono inevitabilmente le storie di tante persone, per lo più sconosciute e tali forse rimarranno, in grado tuttavia di colorare e dare un contorno alle mille sfaccettature e diverse sensibilità dell’umana quotidianità. Storie per la penna (o il tasto) del cronista in grado con la sua sintesi di condurle nella direzione di una storia più concreta e coerente anche rispetto al futuro passaggio dei tempi.
Mi piace così pensare a coloro che fra qualche anno leggeranno e si confronteranno con la narrazione di questa pandemia che improvvisamente si è abbattuta sul pianeta Terra, fino a raggiungere i nostri affetti più vicini. Un vero evento anomico che ha interrotto il corso ordinario dei giorni imponendo nuove forme e modi di narrazione, anche in ragione degli odierni mezzi di comunicazione. Lo dimostrano gli interventi di questo piccolo Quaderno: non sono un’astratta cronistoria, bensì un racconto filtrato attraverso le personali conoscenze e la sensibilità del cronista, compresa la preoccupazione per una professione che dinanzi al cambiamento e all’innovazione degli strumenti di comunicazione richiede nuove regole. Sono approfondimenti che coinvolgono sia il soggetto della narrazione sia l’autore, il giornalista. Mai come in questa tragica occasione i margini temporali tra la cronaca e la storia si sono ridotti così.
Ricordo infine che l’Amministrazione Comunale di Vinci patrocina la manifestazione dedicata al Cronista Toscano. Nel corso delle edizioni si sono affiancati, per vari aspetti logistici, la Pro Loco Vinci e l’Associazione Culturale Orizzonti. La Parrocchia di Santa Croce ci ospita fin dalla costituzione. Alle istituzioni e associazioni della Città di Vinci, ai soci e agli amici che in questi mesi di lockdown hanno partecipato alle numerose attività sociali e artistiche on-line dell’Associazione rivolgo il saluto e l’invito a riflettere su di un fondamentale dato di cronaca locale, esperienza di questi giorni: lavorando “insieme” su condivisi obiettivi si superano anche le avversità e si annullano le distanze.
Nicola Baronti
presidente di Vinci nel Cuore
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