Come si è arrivati al timbro che è stato disponibile per sei ore e che si è unito agli eventi del 2019 per celebrare il 500° della morte del Genio.
Sabato 14 dicembre è stato il giorno dell’annullo filatelico dedicato a Leonardo. Ultimo di una serie di eventi che hanno reso ancora più speciale il 2019 vinciano, l’evento filatelico – anzi, marcofilo, spiegheremo più in là il significato – si è rivelato unico, proprio perché unico è stato l’oggetto al centro dell’attenzione: il timbro creato apposta per l’occasione, prodotto in un un unico esemplare, presentato e utilizzato in quell’unica circostanza.
Ma andiamo con ordine.
Cos’è un annullo filatelico
A spiegarcelo è Stefano Salani, segretario generale del Comune di Vinci, filatelico lui stesso e promotore dell’iniziativa che prima il settore cultura del Comune e poi la giunta di Torchia hanno provveduto a rendere concreta attraverso i vari iter burocratici.
«Un annullo filatelico è un timbro, un sigillo che ricorda e celebra un evento particolare o un personaggio che si intende commemorare – spiega Salani –. Il committente dell’annullo chiede alle Poste la realizzazione e loro lo fanno dietro il pagamento di una cifra di circa 500 euro. Il committente si occupa di prepare il bozzetto, le Poste lo approvano e poi creano l’impronta, che è il timbro che verrà battuto sulla cartolina o sulla busta affrancata. È un timbro postale a tutti gli effetti e che annulla, appunto, il francobollo».
Il timbro in questione è quello che Poste ha messo a disposizione sabato 14 dicembre, appunto, nell’arco di sei ore, dalle 10.45 alle 15.45, né un minuto in più, né uno in meno, al Museo Leonardiano di Piazza Leonardo da Vinci, su nel capoluogo. In quelle sei ore, due incaricate di Poste hanno timbrato qualsiasi corrispondenza sul quale gli appassionati avevano messo un francobollo, annullandone un secondo utilizzo, proprio come fanno tutti i timbri postali che vediamo sulla nostra posta.
Perché l’annullo sia valido, deve essere apposto su un francobollo del valore minimo di 23 centesimi.
Un’operazione semplice? Per niente. I filatelici e i marcofili hanno le proprie manie – come ogni buon collezionista – e quindi il francobollo deve essere timbrato senza sbavature, innanzi tutto, e in una specifica posizione richiesta dal collezionista. A questo ci ha pensato la responsabile dello sportello filatelico dell’ufficio postale di riferimento (quello di Empoli, in Via Russo), la signora Anna Giacomelli, che a detta del dott. Salani conosce vizi e virtù della filatelia ed è in grado di soddisfare alcune delle bizzarre richieste di chi la pratica.
Il bozzetto
Per arrivare al timbro, rotondo del diametro di circa tre centimetri, il disegnatore è partito da un foglio quadrato di carta velina di 30 centimetri per lato. Il disegnatore in questione è Antonio Salvadori, geometra del Comune di Montespertoli in pensione, abile a usare la china, nonché a trasformare in linee le idee dell’amministrazione comunale su come avrebbe dovuto essere il disegno: il volto di Leonardo fra la chiesa della S. Croce (a sinistra), la rocca dei Conti Guidi (a destra) e l’uomo vitruviano di Ceroli di Piazza Masi (in basso a destra). Non solo elementi distintivi della città, ma veri e propri luoghi all’interno dei quali collocare fisicamente le origini del Genio. Il disegno è stato poi sottoposto alle Poste, che tramite i propri macchinari hanno realizzato il timbro. In tutto il procedimento, è stato fondamentale Vincenzo Mottola, referente dell’area toscana di Poste, che ha seguito tutta l’operazione. Operazione alquanto precisa tra l’altro, visto che nel rimpicciolire il disegno il rischio concreto era quello di avere tanti elementi di piccola dimensione ancora più ridimensionati e quindi irriconoscibili nel timbro, come per esempio i fili della barba di Leonardo o il tondo che raffigura la struttura in legno di Piazza Masi. Invece, nessun dettaglio è stato trascurato e nel timbro è rimasto riconoscibile.
Il valore
È ancora prematuro – e se vogliamo, insensato – parlare di valore economico di un annullo filatelico. Il dott. Salani segnala che alcuni annulli di vero valore risalgono all’epoca pre-unitaria, quindi a oltre 150 anni fa.
C’è però un pregio diverso e intrinseco che un annullo filatelico del genere acquisisce: è quello storico, culturale e affettivo che un’operazione del genere assume.
Un timbro può avere un valore per i collezionisti quando è stato emesso e poi ritirato in ritardo dalle Poste per un errore, ma nel frattempo è già entrato un circolo. In questi casi il valore è stabilito da quanto un collezionista è disposto a spendere per avere l’emissione sbagliata e assicurarsi che la rarità diventi propria esclusiva.
… e poi ci sono i marcofili…
… che collezionano gli annulli filatelici e si dilettano a catalogare i timbri a seconda dell’argomento di cui trattano. Il sito delle Poste, nella sezione dedicata al calendario degli annulli, offre l’agenda degli eventi per poter seguire incontri come quelli del 14 dicembre a Vinci e arricchire la propria collezione.
L’evento al Museo Leonardiano
Le Poste hanno provveduto ad allestire un banchetto per tutti i curiosi e gli appassionati e come detto è stato possibile portare la propria posta affrancata e farsela timbrare, spedirla o semplicemente tenerla con sé per ricordo.
C’era anche il geometra Salvadori, pronto a firmare ogni cartolina sul quale c’era il timbro nato dalla sua china.
Il timbro è stato poi rispedito all’ufficio postale di Empoli, dove è possibile vederlo, prima che venga definitivamente affidato al museo postale, che si trova a Roma.
Christian Santini