Raffaello Reghini

Chi è quel Reghini a cui è dedicata la villa a Sovigliana?

Ci passano davanti centinaia di auto al giorno, ma scommettiamo che pochi guidatori sapranno dire perché Villa Reghini si chiama così.

Ci passano davanti centinaia di auto al giorno, ma scommettiamo che pochi guidatori sapranno dire perché Villa Reghini si chiama così.

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Pochi sanno che quando si passa davanti a Villa Reghini a Sovigliana – oggi centro culturale polifunzionale appartenente al Comune – si passa davanti alla casa di uno dei militari più decorati al valore dell’intera storia del Regio Esercito italiano, uno dei più celebri eroi della prima guerra mondiale.

Raffaello Reghini nasce a Firenze nel 1868 da Gianluca, Nobile di Pontremoli, e Marianna Chiarini Von Arbogaster. Il piccolo Raffaello fu allevato nelle proprietà della famiglia a Sovigliana di Vinci.
Raffaello, terminati gli studi al Collegio Militare di Firenze, entrò all’Accademia militare nel 1886. Nell’aprile del 1904 sposò la torinese Adele Barberis, e nel dicembre del 1908 avrà la sua prima ed unica figlia, Anna Maria.
Morirà, ancora in servizio, il 16 dicembre del 1930 a Bolzano per i postumi delle malattie contratte al fronte durante la Grande Guerra.

Dopo i primi incarichi e dopo essersi distinto in Tripolitania nella guerra italo-turca dove per un atto di eroismo conseguì la prima medaglia d’argento al valor militare, allo scoppio della Prima guerra mondiale viene inviato in territorio di guerra il 22 maggio del 1915 come Maggiore, dislocato presso il 44º Reggimento di fanteria. Nel corso del conflitto ebbe varie promozioni sul campo e numerose decorazioni (tra cui una seconda Medaglia d’Argento al Valore, due Ordini Militari d’Italia, il britannico Ordine del Bagno, tre Croci di guerra).
Il 14 ottobre del 1917, pochi giorni prima della battaglia di Caporetto, il Colonnello Reghini assunse il comando della Brigata Venezia. Venne promosso Generale. Già all’inizio dell’offensiva austriaca e tedesca la brigata si distinse nella difesa del ripiegamento del secondo corpo d’armata. Nella micidiale bolgia di Caporetto, assumendo iniziative in piena autonomia, visto che la sua unità era rimasta come molte altre senza ordini superiori, riuscì ad evitare l’accerchiamento e a difendere brillantemente il suo confine di settore. Non è un caso che in quei tragici giorni Reghini sia stato l’unico soldato italiano a ricevere una delle più alte onorificenze britanniche, l’Ordine del Bagno. La motivazione con la quale venne decorato Reghini anche come Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia per le vicende svoltesi in quelle tragiche giornate ci racconta cosa accadde davvero, nonostante la storiografia ufficiale e le versioni di Cadorna: «(…) assunto anche il comando di altri reparti isolati, benché rimasto privo di ordini superiori, provvedeva con felice intuito a fronteggiare elementi celeri del nemico che puntavano ai ponti del Tagliamento impegnando con essi accaniti combattimenti (…) Plava 26-27 ottobre 1917, Orgnano, Pozzuolo del Friuli, Galleriano 29, 30 ottobre 1917».


Paolo Santini
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Orizzonti nel 2017

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