I Cronisti hanno raccontato il coronavirus. La serata del 14° quaderno a Vinci
Dopo avere scritto, i Cronisti hanno parlato a Vinci. Cronaca senza filtro di quanto hanno condiviso durante la serata con chi ha voluto essere presente.
Dopo avere scritto, i Cronisti hanno parlato a Vinci. Cronaca senza filtro di quanto hanno condiviso durante la serata con chi ha voluto essere presente.
Due mesi storici, senza dubbio, e il perché è nata l’idea di fare un quaderno per farsi raccontare la quarantena dai Cronisti Toscani.
Rimane il pensiero che all’improvviso la nostra vita può essere sconvolta da qualcosa di inimmaginabile e che bisogna apprezzare anche le cose più semplici.
Sara Bessi narra la “sua” quarantena attraverso tre racconti, uno per ogni mese toccato duramente dall’emergenza coronavirus.
È evidente che la pandemia è uno spartiacque fra un “prima” e un “dopo”. Siamo cambiati noi, il modo di lavorare, il modo di vivere le città e le relazioni.
Scovare, intercettare, raccogliere materiale, accumulare fonti stando sempre dietro a uno schermo e seduti a una scrivania è compito tutt’altro che semplice.
Una cosa, questo difficile periodo ce l’ha insegnata: la gente ha voglia di informazione di qualità, di leggere cose di cui sa di potersi fidare.
Per 50 metri, in un umido giorno di aprile, non è esistito niente. Un momento sospeso, la fatica di non capire più qual è la realtà.
Noi cronisti abbiamo il dovere di ricostruire cos’è successo nelle RSA, a persone che per le loro condizioni di fragilità dovevano essere protette.
«È la prima volta che vengo alla Caritas, è frustrante, è umiliante, non avrei pensato di ridurmi così». Jacopo Storni racconta il coronavirus.