San Pantaleo e Vinci sono stati protagonisti sulla TV francese. Sabato 14 maggio, al telegiornale delle 20, sulla prima rete nazionale francese, quella più ascoltata, è andato in onda un servizio sulla Monna Lisa, ovvero la Gioconda.
Arte e scienza si mescolano nel reportage curato dalla giornalista Corinne Magne.
Il viaggio del team di TF1 inizia a Ravenna, nel più grande istituto al mondo per l’analisi delle opere rinascimentali. Nel 2004, su richiesta del Louvre, il ricercatore Pascal Cotte ha digitalizzato la Gioconda. Poiché il capolavoro non lascia mai il palazzo, ne ha realizzato una replica quasi perfetta su cui continuare a lavorare. Diciotto anni dopo, analisi dopo analisi, Monna Lisa ha finito con il parlare, sotto la telecamera multispettrale inventata e progettata dal ricercatore.
Per Chiara Matteucci, direttrice del laboratorio, rappresenta un vero tesoro scientifico. Il processo rivela tutti gli strati di vernice. Scopriamo così tre ritratti successivi e un paesaggio immutato che ha guidato il team sulle orme del maestro e dell’allievo Salai in terra di Toscana. Sylvain Thieurmel, ricercatore esperto di Leonardo da Vinci, che si è avvalso degli studi di Pascal Cotte, ha condotto la troupe alla scoperta di luoghi leonardiani in terra di Toscana, alcuni già noti altri inediti, per terminare a Vinci nel luogo natale del Genio fanciullo.
Il “nodo di San Pantaleo”, così simile ai nodi disegnati da Leonardo che adornano la veste della Gioconda, è balzato alla cronaca internazionale. Scolpito su una pietra erratica, probabilmente proveniente dalla originaria chiesa di San Pantaleo (i cui rettori, nei propri archivi, hanno registrato e raccontato la storia di Caterina e della famiglia materna allargata di Leonardo) è diventato il simbolo e la testimonianza di una presenza del Genio nei luoghi vissuti vicino alla madre. San Pantaleo con l’antica cappella, nonostante i restauri al tetto e alla struttura in occasione del Giubileo del 2000, si trova di nuovo quasi in rovina. Inserito lo scorso anno nei Luoghi del Cuore Fai della Toscana per la volontà popolare, con migliaia di sottoscrizioni, sembrava che dovesse seguire inesorabilmente il destino di questa donna, abbandonata e rimasta nascosta nelle pieghe della storia, nel silenzio, per secoli. E chissà se la Gioconda, messa alla prova con la telecamera multispettrale, avrà ancora qualcosa da dire. Per Vinci intanto si tratta della riscoperta con nuove motivazioni e suggestioni, a livello internazionale, di un importante luogo leonardiano che si spera possa tornare presto fruibile agli studiosi e ai tanti turisti, rappresentando il rapporto tra San Pantaleo e Caterina un “nodo” sempre più importante per la conoscenza del Genio.